Dice di essere disposto a cedere il passo.Ci crediamo?Intanto propone le primarie e per il voto frena
Lo abbiamo sentito tante volte promettere che se ne sarebbe andato definitivamente. L’ultima volta se avesse perso il referendum del 4 dicembre: se va male mi ritiro a vita privata.
Stessa musica suonata, per esempio, dalla sua fedelissima Boschi. E invece è ancora lì e di andarsene non ci pensa nemmeno. E stavolta ne spara un’altra forse con l’intenzione di placare gli animi degli avversari (tutti all’interno del Pd) alla caccia di una rivincita sulla tracotanza del segretario.
“Potrei non candidarmi a premier“, dice Renzi nel corso di una intervista avanzando la proposta di aprire alle primarie e al voto anticipato. Tuttavia lascia spazio all’eventualità di arrivare alla fine della legislatura nel 2018. Evidentemente non vuole perdere la sponda con Napolitano, suo grande sponsor, che un paio di giorni fa aveva espresso l’idea che attualmente non esistono le condizioni tali da interrompere la gestione Gentiloni.
Un elemento che potrebbe far slittare l’appuntamento con le urne potrebbe essere la convocazione del congresso, in caso contrario via alle primarie, ci racconta l’ex presidente del Consiglio palesando contestualmente l’ipotesi di un suo passo indietro riguardo la candidatura al premierato. Addirittura avanza dei nomi mettendo in campo lo tesso Gentiloni e l’attuale ministro Graziano del Rio, uomini a lui vicinissimi.
Certo che i presupposti riguardo la prossima legislatura implicheranno con molta probabilità governi di coalizione e purtroppo, con il proporzionale, non è da escludere che ancora una volta si consegni il Paese all’ingovernabilità. Figuriamoci poi quando si tratterà di interloquire con l’Unione Europea.
Lo stesso Renzi, almeno a parole, pare esserne consapevole e per questo evidenzia un passaggio non trascurabile: anche incassando un risultato importante, magari oltre il 40% dei consensi, le condizioni per avere le mani libere sarebbero estremamente ridotte. Insomma, Renzi non potrebbe fare quello che ha in mente e allora passerebbe il testimone ad altri, sempre rimanendo nel campo delle supposizioni. Ma al di là di tutto dobbiamo tenere sempre presente che le tesi sbandierate da Matteo possono essere esattamente il contrario di quello che in realtà ha in mente. Ormai lo conosciamo bene.